La musica è la migliore medicina dell’anima
(Platone)
La musica ha un importante ruolo per il nostro benessere, a tutte le età.
Le ricerche in ambito psicologico e neuroscientifico concordano nel dimostrare che la musica può avere un importante ruolo nella regolazione delle emozioni,
e che l’apprendimento del linguaggio musicale fin dalla primissima infanzia può migliorare le potenzialità cognitive e sociali dei bambini.
La musicoterapia esiste da molto tempo (anche se in Italia ha una storia più recente), e viene utilizzata
- in vari contesti (sanitari ed educativi),
- con varie età (da “sotto zero”_cioè dal grembo materno_ a 100 anni),
- con vari obiettivi (promozione del benessere e prevenzione_ad esempio in gravidanza, nei nidi e nelle scuole_, terapia e riabilitazione_ad esempio nei DSA, nei disturbi d’ansia e della comunicazione, nell’autismo infantile; nel coma, nelle demenze senili).
Tutti, bene o male, ci “nutriamo” di musica, anche se non tutti siamo musicisti.
Ognuno di noi ha la sua musica del cuore, selezionata in base alla storia personale, ai gusti estetici, al contesto ed all’umore del momento.
Ma, al di là delle differenze individuali, esistono dei fattori comuni alla maggioranza delle persone?
Perché ascoltiamo musica? E, perché ascoltiamo musica per stare bene? In che modo l’ascolto musicale favorisce il nostro benessere?
Infine, i motivi per cui ascoltiamo musica sono gli stessi in tutte le fasi della nostra vita?
In uno studio esplorativo recente, due psicologi irlandesi hanno provato, almeno in parte, a rispondere queste domande.
Alla loro ricerca hanno partecipato circa 40 adulti, di cui la metà di età compresa fra i 18 ed i 30 anni, mentre la seconda metà fra i 60 e gli 85 anni. Dapprima è stato chiesto ai partecipanti di rispondere alla domanda “Perché ascolti musica?” . Dopodiché, sono state condotte delle discussioni di gruppo, durante le quali sono state selezionale le risposte statisticamente più presenti; infine, è stato chiesto di votare le risposte che riguardassero maggiormente l’accrescimento del proprio benessere personale.
In entrambi i gruppi sono emerse motivazioni analoghe: in generale, sia giovani che anziani ascoltano musica per ridurre lo stress e per rilassarsi.
Allo stesso tempo, però, sono emerse interessanti differenze sulle motivazioni più “profonde” legate all’accrescimento del benessere personale.
Per i giovani la musica migliora il proprio benessere perché consente di isolarsi temporaneamente dal mondo esterno. Allo stesso tempo, sempre per i giovani, la musica fa stare bene perché costituisce un importante mezzo per connettersi con gli amici.
La contemporanea presenza di ricerca di connessione e di bisogno di isolamento sembra un paradosso, ma in realtà fa parte del normale processo di crescita degli adolescenti e dei tardo adolescenti.
I ragazzi e le ragazze sentono spesso il bisogno di isolarsi dal mondo esterno (in particolare quello degli adulti) . Ascoltare la musica in cuffia o chiudersi in nella propria stanza con lo stereo ad alto volume sono due mezzi privilegiati per raggiungere questo scopo;
allo stesso tempo, però, essi hanno bisogno di connettersi con il gruppo dei pari, e la musica preferita continua ad essere, forse, lo strumento di condivisione e connessione più potente (e sicuramente uno dei più sani in assoluto).
I più anziani, diversamente, sembrano più interessati alla musica come mezzo per rilassarsi, per entrare in contatto con le proprie emozioni più profonde e con i propri ricordi.
A questo proposito, la musica è un potente evocatore di ricordi e di emozioni: tutti possiamo associare una melodia a dei periodi della nostra vita o a degli episodi particolari.
Tutti abbiamo una colonna sonora di vita: la ninna nanna che ci cantava nostra madre; la hit parade estiva del nostro primo amore; la musica che ascoltavamo più spesso mentre studiavamo, o mentre andavamo a ballare…tutto fa parte della nostra colonna sonora, e riascoltarne dei brani ci fa tornare a quei momenti.
Non a caso, la musicoterapia con gli anziani affetti da demenza senile (in particolare l’Alzheimer), è basata sulla ricerca della loro colonna sonora . È impressionante e commovente assistere a scene (come quella del video sottostante) in cui i protagonisti, nonostante sembrino aver perso ogni ricordo, nel momento in cui riascoltano una canzone del loro passato si rianimano e si mettono a cantare.
Musica è benessere, comunicazione, medicina dell’anima.